La vittoria elettorale di Erdogan è una tegola sulle aspirazioni dei kurdi, ma anche una brutta notizia per Israele ed Egitto.
Ora il “califfo” turco, grazie alla maggioranza ottenuta dall’AKP, potrà non solo proseguire nella repressione interna contro i media locali – colpevoli di criticare il suo operato – ma anche continuare a sostenere all’estero – d’intesa con il Qatar – la Fratellanza Musulmana e Hamas.
La Turchia continuerà ad essere una base operatia per i membri dei Fratelli Musulmani espulsi dall’Egitto e per l’organizzazione terroristica di Hamas, sancita dalla visita a Erdogan dal capo di Hamas Khaled Mashaal in agosto.
La questione non è se il nuovo governo turco agirà contro gli interessi di Israele ed Egitto, ma quando.
Probabilmente nel breve termine Erdogan sarà troppo occupato a consolidare il potere, arrestando giornalisti, combattendo i curdi e “gestendo” la guerra siriana ma, come sottolineato da Michael Rubin, ex funzionario del Pentagono “Aspettatevi una nuova crisi con Israele, e presto“.
“Erdogan è un demagogo consumato – ha dichiarato Rubin – ed ha preso di mira non solo gli ebrei, ma anche i curdi, gli atei e l’Occidente“, aggiungendo che “… dal momento che non può vincere nel merito sostenendo le proprie tesi, ricorre alla cospirazione“.
“Erdogan è un demagogo consumato – ha dichiarato Rubin – ed ha preso di mira non solo gli ebrei, ma anche i curdi, gli atei e l’Occidente“, aggiungendo che “… dal momento che non può vincere nel merito sostenendo le proprie tesi, ricorre alla cospirazione“.