Il Vice Presidente del governo turco Numan Kurtulmus ha dichiarato, durante una riunione di religiosi nella città turca di Ordu, quello che in tanti – sia negli Stati Uniti che in Europa, ma anche in medio oriente – pensavano e pensano ancor’oggi sul destino di alcuni paesi dell’area, che in questo periodo stanno attraversando guerre e conflitti
Teorizzando un “modello libanese” di suddivisione dei poteri, Kurtulmus ha detto che l’Iraq è destinato ad esser diviso in tre parti, una sorta di “confederazione” fra sunniti, shiiti e kurdi.
Stesso destino per la Libia, con il territorio diviso fra Cirenaica e Tripolitania, così come per lo Yemen, tra “governativi” sunniti e Houti shiiti.
Per la Siria, ovviamente, il Vice Presidente del governo turco auspica una “polverizzazione” del territorio in una trentina di unità territoriali, senza indicare su quali basi (religiose, politiche o altro…).
Forse a Kurtulmus sfugge che il “modello libanese” di suddivisione dei poteri – un Presidente della Repubblica cristiano, un Primo Ministro sunnita e un Presidente della Camera shiita – prevede un unico stato e non certamente una “federazione o confederazione” di territori su base politico-religiosa.
Ma tant’é: in questo momento di gravi turbolenze questa sembra essere l’ipotesi più suggestiva e fattibile per stemperare le tensioni nell’area.
Due i fattori critici sul terreno, e non certamente di poco conto: l’eliminazione dello Stato Islamico come entità territoriale (il Califfato) e la questione kurda.
Anche se si arriverà ad una sconfitta militare dell’Isis, si dovrà fare ancora molta strada per eliminare tutti i suoi militanti.
Per quanto riguarda la questione kurda, Kurtulmus ipotizza un kurdistan solamente irakeno, ben sapendo che popolazioni kurde sono presenti anche in Turchia, in Iran ed in Siria.
E che anche queste popolazioni kurde vorranno fortemente una loro Patria.