Twitter e Facebook sono strumenti così importanti per i militanti che i giganti della tecnologia dovrebbero dare ai servizi di sicurezza maggiore accesso per consentire ai governi occidentali di sventare attacchi.
A dirlo è il capo del Gchq britannico, Robert Hannigan. Hannigan, infatti, ha detto che Twitter Inc, Facebook Inc e WhatsApp sono de facto «le reti di comando e controllo dei terroristi»; i militanti dello Stato islamico stanno sfruttando la potenza di Internet per creare una rete di militanti di portata globale, solo un quarto di secolo dopo la creazione del World Wide Web, ha aggiunto Hannigan.
«La sfida per i governi e le loro agenzie di intelligence è enorme – e può essere vinta solo con una maggiore collaborazione da parte di aziende di tecnologia» si legge nell’articolo di Hannigan apparso sul Financial Times, «Se dobbiamo affrontare questa sfida, dobbiamo farlo con le modalità migliori per facilitare le indagini delle agenzie di sicurezza e delle forze dell’ordine, cioè molto più di quello che abbiamo ora».
Nè le società coinvolte, né il Gchq hanno commentato l’articolo di Hanningan. Il Gchq, il MI5 e il MI6 hanno bisogno di un maggiore sostegno da parte del settore privato, ha detto Hannigan, che ha si è riferito direttamente alle aziende di tecnologia degli Stati Uniti in particolare, non nominando nessuna società con sede in Gran Bretagna.
Hannigan ha detto che i militanti dello Stato Islamico stanno sfruttando la potenza della tecnologia in un modo nuovo e pericoloso: mentre al-Qaeda si nascondeva nelle pieghe di Internet, lo Stato islamico la sta usando in chiaro per farsi pubblicità, radicalizzare nuove reclute e intimidire: «La leadership Isis è di una nuova generazione che ha ben compreso il potere dato loro dalla rete» ha detto Hannigan, aggiungendo che: «Gli estremisti di Isis utilizzano la messaggistica e i servizi di social media come Twitter, Facebook e WhatsApp» e che i militanti avevano usato hashtag della Coppa del Mondo e di Ebola su Twitter per lanciare il loro messaggio ad un pubblico più ampio.
Ha poi aggiunto che: «Anche se alcune aziende tecnologiche smentiscono il loro uso improprio (…) ho il sospetto che gli utenti più comuni di internet … non vogliano che le piattaforme social media che usano con i loro amici e le famiglie vengano usate per pubblicizzare omicidi o abusi sui minori».
Source: AGC