“Su mandato Onu siamo sicuramente disponibili ad intervenire in Libia”, per contrastare possibili degenerazioni nel paese e il prevalere di spinte estremistiche.
A dirlo e’ il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, intervenuta alla trasmissione “2Next” di Rai2.
Un impegno, quello italiano, contro l’estendersi del rischio del cosiddetto Stato Islamico che e’ stato subito messo in atto con l’invio di armi ai curdi, mentre, ha spiegato il ministro, sempre in Kurdistan dovrebbe sorgere presto un campo di addestramento che dovrebbe vedere impegnati 280 militari.
“Il nostro primo obiettivo, comunque – ha poi spiegato la Pinotti -, e’ che la Libia non si divida perche’ sarebbe un gravissimo errore.
Gia’ oggi vi sono due parlamenti e due governi, ma per intervenire occorre farlo col piede giusto, quindi, la prima decisione dovra’ arrivare dall’Onu mentre, altro elemento, sara’ quello di un dialogo con almeno una delle parti in lotta“. (una delle parti in lotta sono i jihadisti di Ansar al Sharia)
Il possibile intervento italiano sara’ inquadrabile in un’azione di peacekeeping.
“Vogliamo, come Italia, giocare un ruolo da protagonista per la pace in Libia ma non lo possiamo fare da soli per questo ne parlero’ il 10 dicembre prossimo a Granada nel corso di un incontro interministeriale tra i cinque ministri della Difesa dei paesi europei che si affacciano sul Mediterraneo e cinque colleghi dei paesi del Nordafrica.
Source: asca