Uno degli errori principali fatti in Europa e più in generale nei Paesi occidentali è stato quello di sottovalutare i rischi derivanti da quella che noi abbiamo battezzato “la Jihad di seconda generazione”, cioè di quella Jihad che non arriva dai paesi musulmani, anche se da loro finanziata, ma che proviene direttamente dall’interno dell’Europa ed è implementata da persone nate e cresciute in Europa, le cosiddette seconde (o terze) generazioni.
Dal continuo monitoraggio dei forum jihadisti emerge chiaro un fatto, cioè che i più accaniti sostenitori della Jihad e del terrorismo islamico sono persone residenti in Europa, molto spesso nati e cresciuti in Europa, gente che ha studiato nelle nostre scuole, che lavora nelle nostre aziende e che probabilmente vive una vita molto simile alla nostra.
Integrazione mancata o semplicemente una diversa visione?
In Europa è in corso un dibattito molto acceso sul fatto che le seconde o terze generazioni di immigrati musulmani abbiano scelto la via dell’estremismo e, sempre più spesso, quella dell’appoggio alla Jihad perché “poco integrati” attribuendo questa colpa al “sistema occidentale”.
Ieri persino Obama si è lanciato in una accusa del genere. Mai accusa è stata più falsa e strumentale.
La verità è il diverso approccio alla politica e alla vita stessa che hanno i musulmani rispetto all’occidente. Per un musulmano la legge è il Corano e il sogno di ogni buon musulmano è uno Stato teocratico basato sulla legge del Sacro Libro. Politica e religione quindi si sovrappongono diventando una unica cosa esattamente come avviene in tutti i Paesi musulmani.
Per un occidentale invece la laicità è alla base di ogni legge o regolamento. La differenza tra le due vedute è enorme e la cosiddetta “integrazione” non c’entra proprio nulla. La differenza rispetto a qualche decennio fa la fanno i numeri.
Mentre gli immigrati di prima generazione, quelli che arrivarono in Europa dai paesi musulmani a partire dai primi anni 70, erano una esigua minoranza e tendevano a mantenere un profilo molto basso o a preferire semplicemente il lavoro e una vita dignitosa, l’aumento della popolazione musulmana visto negli ultimi anni ha portato quella minoranza ad avanzare pretese sempre più pressanti fino ad arrivare a ottenere in alcuni Stati, come in Gran Bretagna, un sistema giuridico parallelo a quello ufficiale e che prevede l’applicazione della Sharia, un obrobrio in termini di Diritto.
E dove non si è arrivati al punto raggiunto dalla Gran Bretagna si è comunque concesso moltissimo alle pretese musulmane, il tutto nel nome della integrazione.
Queste prime importanti vittorie della teocrazia sulla laicità non hanno affatto favorito l’integrazione come si credeva e si sperava, anzi, hanno allontanato ancora di più i due modi di vivere. E questa assurdità si evidenzia ancora di più negli ultimi anni con le nuove generazioni di musulmani che pur vivendo all’apparenza una vita “occidentale” nella realtà riconoscono una sola legge, quella del Corano, e per quella legge lottano ritenendola non solo una linea politica da perseguire, ma un vero e proprio dovere.
Il sostegno alla Jihad come unico sbocco
Da questa visione politico-teocratica ne scaturisce la ferma volontà, anche e soprattutto per le nuove generazioni, di lottare per imporre le proprie ideologie che solo all’apparenza sono politiche ma che in realtà sono una unica cosa con la religione.
Una delle cose che abbiamo notato nei moltissimi commenti dei frequentatori europei dei forum Jihadisti è il malcelato disprezzo nei confronti dei loro genitori per “essersi piegati” alle regole occidentali senza combattere, per aver accettato quelle regole basate sulla laicità che per un buon musulmano sono inaccettabili.
E’ questo il punto che in occidente si deve temere di più, la visione totalmente teocratica che hanno i musulmani in merito alla applicazione delle leggi. Per loro il Corano viene prima di qualsiasi legge, lo potete chiedere a qualsiasi “musulmano moderato” per rendervene conto. E’ vero ci sarà anche chi tra i musulmani sostiene il contrario, ma ogni buon musulmano ha il dovere di cercare di imporre la legge del Corano e difficilmente ammetterà apertamente che le leggi di qualsiasi Stato vengano prima del Corano.
E’ questa la differenza più evidente tra un laico occidentale o tra una qualsiasi altra religione rispetto a quella musulmana. Ma per arrivare a fare questo in Europa l’unico modo è sostenere il Jihad, che non necessariamente comporta azioni violente, ma che spesso è fatto di semplice sostegno alla “causa”. Quindi è anche scorretto affermare che “tutti i musulmani sono terroristi” perché non è vero. E’ vero però che ogni musulmano ha il dovere di combattere la sua Jihad e lo può fare anche senza uccidere gli infedeli ma attraverso la politica o azioni di sostegno (diretto o indiretto) alla Jihad.
Lo scontro di civiltà
Ci troviamo quindi di fronte a uno scontro di civiltà come in molti affermano? Solo in parte, in realtà ci troviamo di fronte allo scontro di due ideologie completamente diverse: quella laica occidentale che pone la legge e il Diritto sopra a tutto, e quella teocratica musulmana che pone il Corano sopra qualsiasi legge.
La Jihad (testualmente “esercitare il massimo sforzo”) è parte della “politica musulmana” che punta alla conversione di tutti gli infedeli e alla imposizione del Corano.
La Jihad violenta
Ed è qui che arriviamo al punto. Mentre le vecchie generazioni di musulmani si limitavano al “massimo sforzo” per mantenere intatte le loro origini senza però cercare di forzare la mano, alle nuove generazioni di musulmani questo non basta più e dove non ottengono quello che vogliono con le buone, cercano di ottenerlo con le cattive, con il “massimo sforzo”, cioè con la Jihad violenta.
E’ questo il rischio più grande che corre l’Europa e l’occidente, quello che molti musulmani di seconda o terza generazione si “sentano il dovere” di combattere come possono la loro Jihad.
E la mancata integrazione non c’entra nulla, smettiamola con questa assurda scusa. Il discorso sta solo nella differente visione del mondo, laico per noi, teocratico per loro.
Source: rightsreporter